"In seguito alla riforma del terzo settore i nuovi obblighi burocratici ci creano non poche difficoltà: abbiamo deciso di scioglierci"
11 Luglio

"In seguito alla riforma del terzo settore i nuovi obblighi burocratici ci creano non poche difficoltà: abbiamo deciso di scioglierci"

 

«In seguito alla riforma del terzo settore i nuovi obblighi burocratici ci creano non poche difficoltà: abbiamo deciso di scioglierci»

 

 

Questa è una di quelle storie che vengono dalla provincia, quella vasta realtà di cui non si tiene conto da parte di coloro che vivono staccati dal mondo reale, ma che poi pretendono di decidere sulla vita altrui.

"Ex dipendenti dell'ospedale: «Troppa burocrazia, gettiamo la spugna»".

Ecco il titolo dell'articolo che appare oggi sul giornale "La Provincia" di Cremona, e che potete legge per intero cliccando su questo link: https://www.laprovinciacr.it/news/cronaca/418193/ex-dipendenti-dell-ospedale-troppa-burocrazia-gettiamo-la-spugna.html

La storia è semplice, ed è riassunta nella frase che abbiamo scelto per presentare questo post: una meritoria associazione di ex dipendenti ospedalieri di Crema, attiva da 38 anni, si trova a dover chiudere perché «In seguito alla riforma del terzo settore i nuovi obblighi burocratici ci creano non poche difficoltà: abbiamo deciso di scioglierci».

É da anni che stiamo dicendo a tutti i nostri interlocutori che così come è strutturata la riforma non può che portare alla chiusura delle migliaia di medio-piccole associazioni.
Il nostro ragionamento è logicamente partito dalla realtà che conosciamo meglio, ovvero quella delle Bande Musicali, ma è applicabile a tutti quei sodalizi, spesso formati da poche persone, che in modo lodevole ed encomiabile, senza fare scalpore o notizia, operano quotidianamente per migliorare la vita dei residenti nei medio-piccoli e piccolissimi centri abitati, ovvero la stragrande maggioranza della nostra nazione.

Gli unici che non solo sopporteranno il colpo, ma addirittura trarranno vantaggio da siffatta riforma sono le grandi associazioni, quelle che hanno risorse economiche, dipendenti, strutture, mezzi... Ricordiamo i risultati del questionario che abbiamo realizzato per il 2019 e 2020, da cui si evince che meno del 10% delle Bande Musicali italiane si trova in questa situazione, mentre il restante 90% annasperà come l'associazione degli ex dipendenti ospedalieri di Crema.

Sono dati talmente macroscopici che facciamo veramente fatica a comprendere il motivo per il quale non si vogliano riconoscano queste criticità e non si sia disposti a modificare la riforma, continuando imperterriti verso il baratro !

Una persona intelligente propone cambiamenti, vede le criticità e aggiusta il tiro: ciò avviene in tutti i campi. 
In questo caso no: evidentemente c'è chi si è troppo speso a favore di tale riforma, invocando la "scelta culturale" quando messo alle strette, e adesso ha il timore di rimetterci la faccia (o la carriera).

Chi opera sul campo come noi aveva già notato i segnali di crisi delle associazioni, e l'ha riportato anche in Parlamento. Riportiamo testualmente: "Guardate che fuori dalla porta delle nostre associazioni non c’è la fila di volenterosi disposti a prendere in mano le redini dei sodalizi, quanto piuttosto una fuga, complice l’aumento della burocrazia e delle sanzioni ".  

Invece poi ci si sorprende se l’Istituto Nazionale di Statistica, presentando i risultati del censimento sulle associazioni svolto nel 2021, spiega che  dal 2015 al 2021 manca all’appello quasi un milione di volontari, passando da 5,5 a 4,66 milioni !

Ma la cosa triste è che il coro non cambia: giornali, mezzi vari d'informazione, radio ecc. continuano a ripetere il mantra: "entrate nel RUNTS, entrate nel RUNTS", restando in superficie e mai approfondendo la cosa, scartando, nel contempo, tutte le notizie dissonanti. Abbiamo inviato le nostre comunicazioni a tutti, comprese quelle realtà che hanno rubriche fisse sul terzo settore, ma nessuno ha mai riportato alcunché.

E sappiamo bene quante realtà hanno chiuso o stanno chiudendo in provincia... ma non facciamo rumore, quindi non facciamo notizia: solo pochissimi vanno sui giornali, come nel caso di Crema.
Ma per una realtà che ottiene spazio sulla carta stampata altre cento scompaiono nell'assoluto silenzio... e nel frattempo il deserto culturale e sociale avanza...