CRITICITA' DELLA RIFORMA...
05 Aprile

CRITICITA' DELLA RIFORMA...

CRITICITA' DELLA RIFORMA...

“Il paradosso è che si chiede agli enti di trasmigrare nel registro unico del Terzo settore senza che conoscano il loro destino fiscale. E alla luce di questa incertezza normativa sono ampi i settori dell’associazionismo e del volontariato che potrebbero non diventare enti di Terzo settore.
Comprensibilmente in molti stanno crescendo sentimenti di irritazione e di sfiducia.
La scomparsa di molte esperienze di impegno civico, a cominciare dalle più piccole, e da quelle che operano nei territori più complessi, sarebbe drammatica.”

Questo è un estratto del comunicato della portavoce del Forum del Terzo Settore, la Dott.ssa Vanessa Pallucchi.

Il testo completo si può trovare al seguente link

Siamo lieti che le nostre osservazioni, espresse in questi anni in solitaria per quanto riguarda le realtà rappresentative, ma supportate invece da fior di esperti e studiosi del settore, siano adesso condivise anche da altri operatori del mondo dell'associazionismo.

Vedete, il problema però non è solo limitato all'aspetto fiscale: difatti con la riforma aumenta notevolmente il carico burocratico, e le parole d'ordine da "opportunità" e "risorse" sono variate in "obblighi " e "sanzioni".

Ci sono poi da considerare i problemi legati alle nostre specificità, tra cui, per esempio, il limite del numero di collaboratori sulla base dei soci: ecco, tutte queste  problematiche creano, per le piccole realtà, l'impossibilità di proseguire nella propria azione meritoria. E non dimentichiamoci che la quasi totalità delle Bande italiane sono piccole e piccolissime realtà (si stima il 90%) !

E' pure facilmente comprensibile come molte delle nostre preoccupazioni siano comuni anche per le altre decine di migliaia di piccole associazioni culturali, le quali si stanno accorgendo solo adesso, e ancora parzialmente, del pericolo che stanno correndo.

Concludendo: possiamo anche essere d'accordo sull'esposizione della portavoce del Forum, ma siamo ancora molto critici sulle conclusioni a cui si vuole arrivare.
Non siamo aprioristicamente contro la Riforma, sia ben chiaro: l'abbiamo detto più volte, bisogna dare la possibilità di aderire a chi avrà l'interesse, le potenzialità e le capacità strutturali. Al contempo, però, non bisogna condannare all'estinzione chi non potrà entrare nel RUNTS.
Una Riforma così com'è strutturata non ci stritolerà in futuro: ha già cominciato a farlo adesso.
Non si trovano associati disposti ad assumersi l'onere di dirigere la propria associazione, visto il gravoso impegno: ormai questa attività è diventata un secondo lavoro, non remunerato e più impegnativo del primo, con enormi incombenze e responsabilità personali.
Non ci si diverte più, dovendo operare in questo modo.
E senza dirigenti le Bande chiudono: alcune lo hanno già fatto, nel totale silenzio.
Quindi la situazione non è che sarebbe drammatica: lo è già...