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PER NATALE IL TP DONA A TUTTE LE BANDE MUSICALI ASSOCIATE "IL CANTO DEGLI ITALIANI" NELLA TRASCRIZIONE DALL'ORIGINALE DI FULVIO CREUX
21 Dicembre

PER NATALE IL TP DONA A TUTTE LE BANDE MUSICALI ASSOCIATE "IL CANTO DEGLI ITALIANI" NELLA TRASCRIZIONE DALL'ORIGINALE DI FULVIO CREUX

PER NATALE IL TP DONA A TUTTE LE BANDE MUSICALI ASSOCIATE "IL CANTO DEGLI ITALIANI" NELLA TRASCRIZIONE DALL'ORIGINALE DI FULVIO CREUX 

 

 

“Il canto degli italiani”, conosciuto anche come “Fratelli d’Italia” o come “Inno di Mameli”, è stato dal dopoguerra a tutti gli effetti l’Inno Nazionale Italiano, o meglio, della Repubblica Italiana.

Questo fatto, se ha giovato alla conoscenza ancora più diffusa del brano, ha però costituito anche la sua, diciamo così, sfortuna artistico-musicale.

Sono rare, infatti, anche nelle migliori situazioni, le esecuzioni che restituiscono giustizia a quanto pensato dal compositore e l’Inno è sovente percepito come una "marcetta" (in senso dispregiativo), come un brano banale che sfocia, specie nella seconda parte, in momenti di sagra paesana.

 

A rendere tale la situazione contribuiscono vari fattori:

  1. l’utilizzo fatto nelle cerimonie militari, che soggioga la musica ai colpi di gran cassa allo scopo di far marciare il gruppo bandiera;
  2. la scarsa considerazione musicale del brano che, anziché essere sentito come vera espressione del mondo dell’Opera, è da troppi considerato una sorta di zum pa-pà;
  3. se questo succede è ovviamente perché troppi “lo suonano male”.

Vi è poi un altro aspetto, che potremmo considerare importantissimo: pur essendo "Il Canto degli italiani" tra i pochi Inni di cui si possiede lo spartito originale, troppi lo suonano su Spartiti sbagliati.

Limitandoci al mondo delle Bande (ma nelle Orchestre non è che vada meglio, se non magari nella qualità dei singoli suonatori) la cosa più evidente è che non tutti suonano la stessa versione: l’esempio più evidente è la doppia battuta che, terminata l’Introduzione, precede il Tema principale e che non tutti suonano; vi sono poi altri aspetti, come l’inesistente canto dei baritonali sotto il Tema, l’inutile armonizzazione dell’Introduzione alla seconda parte e altro ancora.

È evidente che la cosa crea problemi, evidenziati soprattutto quando più complessi si trovano a suonare l’Inno contemporaneamente.

Con il dono di questo spartito il Tavolo Permanente delle Federazioni Bandistiche Italiane (TP) vuole offrire un servizio alle Bande Musicali e, con esse, al nostro Paese: l’unificazione dello Spartito di base e della conseguente Partitura bandistica.

L’incarico di curare questa versione, inserita da tempo tra “I simboli della Repubblica” nel Sito del Quirinale, è stato affidato al M° Fulvio Creux, già Direttore della Banda della Guardia di Finanza e della Banda dell’Esercito Italiano, nonché uno dei massimi ricercatori storico/musicali del nostro Risorgimento ed esperto nel settore bandistico. La realizzazione è stata affidata alle edizioni "Accademia 2008", che ringraziamo per la collaborazione. 

L’utilizzo di un identico “testo musicale” non potrà che giovare a una corretta esecuzione dell’Inno e, di conseguenza, anche ad una più adeguata comprensione del significato storico e morale del testo di Mameli.

In questi giorni le Federazioni aderenti al TP stanno distribuendo le copie dello spartito a tutte le Bande Musicali loro associate: un piccolo gesto, ma denso di significato.

A tutti i coloro che operano nel mondo musicale-bandistico vadano i nostri auguri per le imminenti festività natalizie, con tanta pace, serenità e tanta, tanta Musica!